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Il viaggio del terapeuta nel mare affettivo della terapia: una prospettiva integrativa
Iannelli Kitergiata, Menoni Ezio

Il viaggio del terapeuta nel mare affettivo della terapia: una prospettiva integrativa

Una prospettiva integrativa del “viaggio psicoterapeutico” pone al centro dei processi le relazioni inter e intrapersonali psicobiologiche e affettive del terapeuta e della persona

Esse sono funzione delle connessioni “cervello destro con cervello destro” che consentono le capacità di co- presenza, di focusing con l’altro e anche con sé e di regolazione affettiva.

Il focusing su di sé riguarda la storia personale e non tanto  la capacità tecnica. I “viaggi” con le persone rimandano ai propri viaggi fatti, a quelli rimandati, a quelli interrotti e a quelli mai intrapresi. Essi sono occasione, risorse e sfide allo stesso tempo in quanto l’essenza del cambiamento è in relazione all’esperienza della “novità” che attiva reti psicobiologiche nuove.

Per il terapeuta il percorso si svolge fra due antinomie “sull’orlo del caos”(teoria della complessità):

Tu sei il tuo paziente / Tu ne sai sempre meno del tuo paziente . La prima rappresenta la sfida del significato nucleare di essere una persona-vita specchio con quella dell’altra persona. La seconda assume che i modelli di acculturazione teorico-tecnica devono dare spazio al riconoscimento del potenziale delle competenze di “conoscenza” dell’altro, pena il rischio di essere riduzionistici e schematici.

Per un paradigma integrativo il viaggio affettivo si svolge attraverso una continua “esperienza sentita” di sintonizzazioni, attentività e costruzione di alternative con l’altra persona intesa come copilota. Il riferimento è alle risorse affettive più che alla patologia

Il lavoro si svolge essenzialmente con modalità “qui e ora” ( il presente ricordato – Edelman ), all’interno o ai limiti della finestra di tolleranza con una co-regolazione affettiva in condizioni di sicurezza.

Per il terapeuta il viaggio può essere una nuova costruzione di reti (plasticità) di sistemi stabilizzati e stabilizzanti (mente -cervello- corpo).

Queste caratteristiche si ritrovano anche nel modello EAIE (Menoni e Iannelli 2009, in press)

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